Barukh HaShem!
Questa espressione, che significa alla lettera “Benedetto il Nome”, ricorre spesso nei discorsi degli Ebrei, suonando come una forma di lode a Dio o di riconoscenza nei confronti del Creatore.
Molti Ebrei usano le parole Barukh HaShem per rispondere alla domanda “Come stai?”, o per esprimere gioia davanti a un evento positivo. Per i più religiosi, è quasi un intercalare di devozione.
Una formula simile, ma più sacra e articolata, è recitata all’inizio di ogni benedizione: Barukh atah Adonai Elohenu Melekh HaOlam…” (“Benedetto sei tu Signore, nostro Dio, Re del mondo…”).
Questa frase è pronunciata dagli Ebrei osservanti in molte circostanze: prima e dopo i pasti, quando si studia la Torah, nel corso della liturgia, quando si verificano determinati tipi di eventi e in altre occasioni. Il Talmud (Menachot 43b) afferma in proposito che ogni Ebreo dovrebbe benedire Dio cento volte al giorno.
L’idea di ringraziare o lodare la Divinità è presente in ogni cultura e non ha di certo bisogno di spiegazioni. Nei casi a cui abbiamo fatto riferimento si parla però specificamente di “benedire Dio“. Che cosa significa?
Che cos’è una “benedizione” in questo contesto, e in che modo si differenzia da una lode o da un ringraziamento?
Per tentare di scoprire la risposta per nulla scontata a queste domande, può essere interessante risalire alle origini dell’espressione Barukh HaShem, andando a ricercare i brani della Bibbia dove compaiono queste parole divenute poi tanto centrali nella vita ebraica.
Barukh HaShem: chi è stato il primo a dirlo?
La prima occasione in cui, nella Bibbia, qualcuno benedice l’Altissimo è narrata nel Libro della Genesi, nella storia di Nòach (Noè).
Dopo essere sopravvissuto al Diluvio insieme alla sua famiglia, il giusto Noach pianta una vigna, si ubriaca,si denuda e finisce per essere in qualche modo umiliato da suo figlio Cham.
Quando gli altri due figli, Shem e Yefet, intervengono per proteggere la dignità del padre, Noach li esalta e li benedice. Nei confronti di Shem, in particolare, egli dichiara: “Benedetto è HaShem (Y-H-V-H), Dio di Shem”.
Bisogna notare qui che il padre non benedice direttamente suo figlio, ma il Dio di suo figlio. L’azione virtuosa di un uomo giusto conduce quindi a magnificare la Divinità.
Dopo Noach, nella Genesi troviamo anche altri personaggi che benedicono Dio. Il re Malki-Tzedek pronuncia infatti queste parole in seguito alla vittoria militare di Avram (Abramo) sui quattro re mesopotamici:
Benedetto è Avram dal Dio Altissimo, Creatore del cielo e della terra. E benedetto è il Dio Altissimo, che ha consegnato i tuoi nemici nelle tue mani (14:19-20).
Questa volta dunque alla benedizione di Dio si accompagna quella rivolta all’uomo (Avram) che è stato protetto dall’Altissimo.
L’esempio successivo contenuto nella Genesi è quello dell’anonimo servo inviato nella città di Charan alla ricerca di una sposa per Yitzchàk (Isacco).
Dopo aver ricevuto un segno della buona riuscita della propria missione, il servo dichiara: “Benedetto è HaShem, Dio del mio signore Avraham, che non ha privato il mio signore della Sua bontà e lealtà” (24:27).
Successivamente, nel Libro dell’Esodo, incontriamo Yitrò, suocero di Moshè. Anche costui benedice apertamente Dio, e lo fa dopo aver udito della salvezza degli Israeliti dall’Egitto:
E Yitrò gioì di tutto il bene che HaShem aveva fatto per Israele, quando lo aveva liberato dalla mano degli Egizi. E disse Yitrò: «Benedetto è HaShem, che vi ha liberati dalla mano degli Egizi e dalla mano del Faraone: Egli ha strappato questo popolo dalla mano dell’Egitto! Ora io so che HaShem è più grande di tutti gli dèi» (Esodo 18:9-11).
Quello di Yitrò è l’ultimo caso, all’interno dei cinque libri della Torah, in cui un essere umano usa esplicitamente il verbo “benedire” in riferimento a Dio. In tutto il Pentateuco non ci sono infatti altre occasioni in cui qualcuno benedice il Sovrano dell’universo.
Ebrei o stranieri?
Avendo passato in rassegna questi esempi, possiamo chiederci: che cos’hanno in comune Noach, Malki-Tzedek, il servo di Avraham e Yitrò?
Ebbene, non è difficile notare che nessuno di questi personaggi appartiene al pololo d’Israele:
- Noach è notoriamente uno dei padri dell’intera umanità;
- Malki-Tzedek, re di Shalem, contemporaneo di Avraham, è presentato come un sovrano cananeo;
- Il servo di Avraham è legato alla famiglia degli antenati del popolo ebraico, ma non fa parte della stessa stirpe;
- Yitrò è un sacerdote di Midian, nonché il capostipite del popolo dei Keniti.
Sebbene non vi sia nessuno tra loro che possa essere considerato ebreo, queste personalità bibliche non solo benedicono lo stesso Dio adorato da Israele, ma lo fanno (eccetto Malki-Tzedek) persino utilizzando il nome specifico della Divinità, HaShem (Y-H-V-H), teoricamente noto soltanto agli Israeliti.
Può risultare allora sorprendente che, all’opposto, non si trovi alcun racconto nella Torah in cui un ebreo benedica esplicitamente il nome di Dio.
Per imbatterci in un Israelita che pronunci la frase Barukh HaShem dobbiamo aspettare a lungo, fino alle storie di David e Salomone, nei libri di Samuele e dei Re (vedi 1 Sam. 25:32, 39; 2 Sam. 18:28; 1 Re 1:48; 8:15).
In questi stessi libri si legge però anche di altri stranieri che benedicono il Dio degli Ebrei: Chiram, re di Tiro, dopo aver ricevuto da Salomone la richiesta di inviare alcuni operai a Gerusalemme per la costruzione del Tempio, gioisce dicendo: “Benedetto è oggi HaShem, che ha dato a David un figlio così saggio sopra questo popolo numeroso” (1 Re 5:21).
Anche la regina del regno di Saba, nel mostrare ammirazione per la saggezza di Salomone, benedice il Creatore con queste parole: “Sia benedetto HaShem, tuo Dio, che si è compiaciuto di te e ti ha posto sul trono d’Israele” (10:9).
Si può insomma affermare che la maggior parte di coloro che nella Bibbia ebraica benedicono Dio siano curiosamente personaggi non ebrei.
Questo strano fenomeno non è sfuggito ad alcuni Maestri del Midrash, come si legge nella Mekhilta DeRabbi Yishmael:
“La Scrittura parla con disprezzo di Israele, poiché seicentomila uomini [ebrei] erano al Monte Sinai, e nessuno di loro si alzò per benedire l’Onnipresente, ma solo Yitrò venne e fece ciò, come è scritto: ‘E disse Yitrò: Benedetto è HaShem'”.
Da questo punto di vista, la presenza di tanti non israeliti che non esitano a benedire il nome divino è intesa come una critica nei confronti della nazione ebraica, che avrebbe dovuto pronunciare simili benedizioni più di ogni altro popolo.
Esiste però un’interpretazione differente del fenomeno, probabilmente più vicina all’intento originale del testo biblico. Per comprenderla, tuttavia, dobbiamo prima capire cosa significa davvero “benedire” nel linguaggio della Torah.
“Benedizione”: una strada a doppio senso
Il termine italiano “benedire” può trarre facilmente in inganno i lettori della Bibbia. In ebraico, infatti, “benedire” non equivale a “dire bene”. Non si tratta di un discorso o di una formula, ma di qualcosa di più concreto.
La parola berakhàh (benedizione) ha il significato originario di “dono” o “omaggio”, e deriva da bèrekh, cioè “ginocchio“. Il riferimento sembra essere all’usanza di piegare le ginocchia in segno di rispetto, magari per depositare un dono ai piedi di qualcuno.
Un dono può essere elargito con benevolenza, ma anche ricevuto con gioia e devozione. Anche chi accetta un omaggio, infatti, si inginocchia, per mostrare riverenza o per raccogliere il dono.
La benedizione è perciò una “strada a doppio senso”, poiché indica sia l’atto di donare che quello di accettare quanto è stato donato.
Il Creatore benedice le creature conferendo loro prosperità, fertilità o altre forme di grazia. Se però le creature riconoscono che ciò che hanno ricevuto è il frutto della benevolenza divina, allora in questo senso anche loro “benedicono” il Creatore, dimostrando consapevolezza e riconoscenza.
Un messaggio per tutti
In base a quanto abbiamo appena spiegato, la prevalenza di figure estranee a Israele fra coloro che benedicono Dio può far emergere un messaggio differente, di natura universale.
Nel riportarci con enfasi le benedizioni pronunciate da vari personaggi non ebrei, più che criticare la fede traballante degli Israeliti, il testo biblico sembra piuttosto voler esaltare la capacità di questi “stranieri” di riconoscere il Dio unico e di apprezzare con umiltà i suoi doni.
Per qualcuno che non appartiene al popolo del Patto, giungere a benedire il nome divino è qualcosa di molto più radicale e straordinario: è un risveglio di consapevolezza, o un’adesione profonda al monoteismo biblico.
Nell’arrivare a pronunciare le parole Barukh HaShem, ciò che individui come Malki-Tzedek, Yitrò e la regina di Saba sperimentano è insomma un vero adempimento delle parole dei Salmi: “E benedica ogni carne il suo nome santo per sempre” (Salmi 145:21); nonché della promessa dei Profeti: “Poiché allora io darò ai popoli labbra pure, affinché tutti invochino il nome di HaShem, per servirlo di comune accordo” (Sofonia 3:9).
Carissimo,
dove sta scritto che Malki-Tzedek, re di Shalem, contemporaneo di Avraham, è presentato come un sovrano cananeo? Puoi riportarmi i versetti biblici.
Ti ringrazio
Malki-Tzedek era re di Shalem, nome abbreviato di Yeru-Shalem, Gerusalemme, città gebusea (dunque cananea) al tempo di Avraham. In Giosuè 10 si legge di un altro re di Gerusalemme, tale Adoni-Tzedek. In ebraico Adonì e Malkì sono sinonimi. dunque Malki-Tzedek o Adoni-Tzedek era un titolo regale e non un nome proprio, esattamente come Faraone in Egitto. Non so se mi sono spiegato.
Come hai detto, sta scritto solo che era Re di Gerusalemme, come Re di Giustizia, perchè Tzedek significa giustizia. Siccome all’epoca Gerusalemme era città di gebusea, tu ( o meglio gli studiosi talmudici) supponi che era un Re dei cananei, avente come titolo regale, quello di Re della giustizia, a cui Abramo offre la decima. Offre la decima ad un sovrano cananeo che simboleggia la giustizia proprio come Re di Gerusalemme. Ti rendi conto delle conseguenze di questa interpretazione?
Comunque quel che importa è che non c’è scritto che era un sovrano cananeo, e sarebbe opportuno, o meglio giusto per il rispetto delle scritture, far presente che questa è una supposizione ed interpretazione.
Ma ricorda che il linguaggio biblico è simbolico e prospettico, e che diritto è giustizia sono le basi del trono di Dio, ed al Re che siede su questo trono a Gerusalemme offre la decima Abramo.
Anche questa come vedi è un’interpretazione,
Ti ho fatto notare che in Giosuè 10 si parla di un re con un nome del tutto analogo, che regnava nella stessa città, ed era appunto un Gebuseo. Nella Bibbia ci sono molti titoli regali come Malki-Tzedek: Faraone in Egitto, Avimelekh in Filistia, Retzin in Siria e altri. Non è nulla di strano o mistico, ma se non accetti questa spiegazione molto lineare è solo perché non si accorda con la lettura neotestamentaria. Allora a che scopo chiederlo?
Ps: Il Talmud non c’entra nulla, dice altro.
Come solito anonimo, contesta solo per il gusto di contestare, senza avere un minimo di conoscenza e studio. Vero illustre? Ha ragione il redattore di Sguardo a Sion invece, da cui dovresti solo imparare! E per tua informazione Malki-Tzedek lo sanno anche i bambini di 2 elementare non apparteneva al popolo ebraico! Infatti tutti gli studiosi seri, (a parte te come il solito) confermano che era un re giusto ma cananeo. Infatti parecchi interpretano tzèdeq proprio come il nome di una divinità “re cananeo, protetto dal dio Tzèdeq” e infatti Tzèdeq è in ebraico anche il pianeta Giove. Studia seriamente piuttosto, invece di ripetere a pappagallo solo quello che ti hanno insegnato i cattolici.
Il fatto è che anonimo crede che Malki-Tzedek sia Gesù, perché così più o meno afferma il Nuovo Testamento, quindi l’idea che fosse un cananeo è blasfema ai suoi occhi.
Io non offendo però, perché credo che all’interno dell’ebraismo le discussioni sono lecite come insegna il Talmud, a volte anche accese ma rispettose, ed anche quella neo testamentaria, anche se non condivisa, può essere presa come una libera discussione ed interpretazione.
Cmq, mi dovreste spiegare perché proprio a lui Abramo offrì la decima, e non invece agli altri che voi ritenete che porta lo stesso nome, come il faraone o il re gebuseo.
Poi a leggere la Bibbia così come è scritta, mi risulta che Dio disse proprio ad Abramo che il suo popolo sarebbe stato schiavo per 400 anni perché la malvagità degli uomini che abitavano quella terra non era ancora arrivata al limite.
Quindi è quanto meno strano che un popolo malvagio, di cui Dio ordinerà lo sterminio totale, fosse governato da un Re giusto, sacerdote del Dio altissimo, a cui Abramo offre la decima.
Che io accetti la spiegazione neo testamentaria di San Paolo è chiaro, ma non è affatto perché la ripeto come un pappagallo, ma è un adesione convinta, purtroppo penso che siano gli ebrei ad essere condizionati acriticamente dalle tesi consolidate nel tempo dei loro maestri e studiosi. Spiegazioni umane di chi non crede in Dio, e come logica conseguenza fanno di Israele il centro e la misura di tutte le cose, e non invece Dio, ciò che mi addolora e sconforta.
Ma almeno ringraziatemi perché oramai sono rimasto l’unico a leggervi e commentare
ps. E’ u salmo di Davide, quindi non neo testamentario, a dire …. tu sarai sacerdote per sempre al modo di MelchisedeK…..
Caro anonimo, sarai forse contento di sapere che qui ci sono centinaia di lettori ogni giorno che ci leggono, te lo garantisco perché lo vedo dalle statistiche, solo che quasi nessuno lascia dei commenti.
Il mondo dell’Ebraismo, almeno quello dello studio serio della Bibbia, non è condizionato acriticamente da maestri e studiosi, come tu sostieni. È proprio l’esatto contrario. Ci sono miriadi di interpretazioni e discussioni e praticamente ogni giorno ne nascono di nuove.
Nella decima offerta a Malki-Tzedek non c’è nulla di strano o di esoterico, e ora cercherò di spiegare perché, ma devi seguirmi e mettere da parte l’Epistola agli Ebrei con i suoi assiomi dottrinali.
Il fatto che una nazione sia malvagia non significa che tutti i suoi membri siano degli empi perversi. Rachav era una prostituta cananea che si convertì al Dio d’Israele e salvò gli Israeliti. I Madianiti erano anch’essi molto malvagi, ma tra loro c’era Yitrò, un altro sacerdote pagano che, come Malki-Tzedek, benedisse HaShem.
Lo stesso Abramo aveva stretto un’alleanza con due Cananei: Eshkol e Mamré. Dunque la Bibbia sta ben attenta a non fare di tutta l’erba un fascio e a mostrarci delle felici eccezioni virtuose che fanno luce nel buio. Una di queste eccezioni è Malki-Tzedek.
Comunque, la frase da te riportata alla fine non viene dal salmo di David ma dalla sua traduzione in greco dell’epistola agli Ebrei. Nel Salmo si dice altro.
Non mi hai detto comunque cosa si dice nel Salmo, e perché Melchesideh, re di Gerusalemme, viene anche indicato sacerdote del Dio altissimo. Chi era questo Dio altissimo, il Dio dei cananei?
Comunque, non capisco perché, come tu dici, se nell’ebraismo ci sono miriadi di interpretazioni, quella neo testamentarie è solo un’assioma dottrinale . Non sono stati gli ebrei a scriverla, ed uno come Paolo che l’unica cosa di cui si vantava è non di essere secondo a nessuno in fatto di torah?
Dio non fa mai di tutta l’erba un fascio, perché come gli disse Abramo per amore di un solo uomo giusto risparmierebbe una città di malvagi ( così come il mondo intero grazie ad un uomo giusto…), ma sta di fatto che di quelle popolazioni proprio Dio ordino lo sterminio totale, un olocausto, ed anche colui che tu citi nel capitolo 10 di Giosuè , sono andato a verificare che fu ucciso proprio da Giosuè, non gli offrì affatto la decima., ed anche il faraone non fece una buona fine….
Riguardo la benedizione di Dio, dopo Noè, tutti coloro che benedicono Dio lo fanno grazie a degli ebrei, perché spetta agli ebrei ed a Israele far conoscere al mondo intero la vera natura di Dio. Ma ci devono credere in primis gli ebrei mi verrebbe da dire.
Voi dite a me, solo perché lo supponete voi dogmaticamente, che siccome credo in Gesù seguo solo acriticamente gli assiomi , dogmi e tutto il resto, ma come sai bene, e basta solo ammetterlo, io vi invito ad un esame libero delle scritture, e siete voi che alla fine non siete in grado di darmi una spiegazione unitaria e razionale, mentre quella neo testamentaria è una spiegazione unitaria e razionale, al di là se si crede o meno ( e non potrebbe non essere così visto che si basa sull’arrivo del Messia che deve portare a compimento tutte le scritture).
A conclusione, mi devi dire perché Abramo gli offri la decima e perché Melchisedek viene qualificato sacerdote del Dio altissimo, e cosa viene detto nel salmo di Davide: scrivimelo tutto in ebraico con la relativa traduzione.
Gli altri non lo sanno, ma io ti ho mandato un libro, e se l’hai letto e ne sei in grado, lo devi confutare se ci riesci. La mia è una sfida benevola, solo a gloria di Dio.
Ma dopo il cristianesimo, ci sono casi in cui dei non ebrei hanno benedetto Dio solo grazie a degli Ebrei? ( degli ebrei che non hanno aderito al cristianesimo però)
Un saluto
Caro anonimo, l’errore sta nel voler leggere un testo alla luce di un altro testo scritto in un’altra epoca e con intenti ben diversi. Questo è ciò che tu fai interpretando il Tanakh alla luce del Nuovo Testamento, ma lo stesso identico errore sarebbe leggere il Tanakh alla luce del Talmud o di altri testi rabbinici. La Bibbia, per chi cerca il suo senso autentico e contestuale, va analizzata indipendentemente. Per te Malki-Tzedek DEVE essere una manifestazione di Cristo, e questo è il dogma e l’assioma dottrinale di cui parlavo, e che ti impedisce di guardare obiettivamente il testo. Io non riconosco alcuna autorità che stabilisca per me chi è Malki-Tzedek o che mi imponga come intendere qualsiasi passo della Torah. I commentatori che cito possono essere un ausilio alla comprensione del testo, ma solo nella misura in cui aderiscono al Tanakh.
Detto ciò, il dio supremo dei Cananei si chiamava El. Spesso a questo nome venivano aggiunti altri titoli, come El Berit, El Din e altri. El Elyon dunque suona proprio come il nome di un culto cananeo. Solo che Abramo si mostra sorprendentemente ecumenico e dice al re di Sodoma: “Io giuro per HaShem El Shaddai”, unendo il nome del suo Dio a quello del Dio di Malki-Tzedek, suggerendo così che questo re di Gerusalemme sia in qualche modo giunto a una fede compatibile con il monoteismo. Malki-Tzedek è come Yitrò, anche lui era un sacerdote pagano che modifica la sua idea religiosa dopo aver assistito alla salvezza del popolo ebraico (il Cristianesimo, fino al Concilio Vaticano II e alla nascita del sionismo cristiano protestante ha gioito non della salvezza degli Ebrei, ma del loro presunto rigetto da parte di Dio).
Perché Abramo gli offre la decima? Era la decima del bottino della battaglia appena conclusa. Malki-Tzedek viene altruisticamente a rifocillare Abramo e i suoi uomini con un banchetto, e Abramo mostra riconoscenza cedendogli parte dei beni sottratti ai nemici. È uno scambio reciproco che stabilisce un legame sincero tra questi due personaggi. Per il momento mi fermo qui.
Mi devo aspettare altro allora, anche se mi trascrivi il salmo di Davide in ebraico.
ma dimmi una cosa: secondo te gli autori neo testamentari ed i maestri del Talmud non sono stati obiettivi nell’interpretare il Tanak? Non valgono niente le loro tesi solo perché li consideri assiomi o dogmi? Io faccio come te se vuoi saperlo, ma umilmente e senza pregiudizi sono arrivato alla stessa conclusione di Paolo, condividendo la sua logica.
Ma perché dici che il cristianesimo ha gioito per il presunto rigetto degli ebrei? se fosse stato così non avrebbe cercato di convertirli ma di eliminarli. Ma credo che invece gioirebbero molti ebrei se la Chiesa dovesse fallire, come credo sia sempre stato dalla sua nascita. Ma per ora vive ancora, compreso Israele.
Cmq El significa Dio, ed ogni popolo chiamava Dio con EL, e la tua spiegazione non risponde a nessuna delle mie domande, perché Melchisedek viene chiamato sacerdote del Dio altissimo, e non poteva essere il Dio dei cananei , e tantomeno Abramo offrire la decima al dio dei cananei.
Non si tratta di non essere obiettivi. Le epistole di Paolo e l’epistola agli Ebrei (il cui autore è anonimo) propongono un’interpretazione del Tanakh estrapolando i versetti dal loro contesto originario. Queste interpretazioni, se adottare come se fossero fedeli spiegazioni delle Scritture ebraiche, risultano fuorvianti e basate su errori grossolani, come la frase “senza spargimento di sangue non c’è perdono” (falso) o l’affermazione di Paolo secondo cui la “progenie” o “discendenza” indica Cristo. Non è che sono prevenuto contro il Nuovo Testamento: i testi della Kabbalah e del chassidismo fanno più o meno la stessa cosa, per cui è importante distinguere il testo biblico nel suo senso originario dalle riletture dottrinali successive.
Il Cristianesimo ha gioito eccome per il presunto rigetto degli Ebrei. Diversi papi promossero politiche discriminatorie o di persecuzione verso gli Ebrei, e Urbano II con la sua crociata incoraggiò il loro sterminio dalla terra santa. In ambito protestante, Lutero condonò l’uccisione degli Ebrei e promosse la distruzione delle sinagoghe. I ghetti, i segni distintivi da indossare, le espulsioni forzate, sono tutte invenzioni nate in seno alla Cristianità. Ma non è di questo che volevo parlare.
Abramo non ha offerto la decima al dio dei Cananei, ha ceduto una porzione del bottino a un re generoso che ha saputo riconoscere l’opera di Dio nella sua impresa militare, analogamente quanto a quanto fece poi Yitrò.
Per quanto riguarda il Salmo, servirebbe un nuovo articolo per spiegarlo nel dettaglio, e magari lo farò. Se quello che cerchi è il testo ebraico, lo trovi facilmente sul web.
Paolo non estrapola versetti, ma da un’interpretazione unitaria di tutte le scritture. Lo puoi capire dal mio libro se vuoi. Non mi hai risposto per quale motivo Melchisedek viene chiamato sacerdote del dio altissimo. Tu le eludi le scritture e fai iesegesi invece che esegesi.
Leggerò il tuo articolo sul salmo per vedere come ti arrampicherai sugli specchi.
Ma tu la chiesa la ami o provi disprezzo. quali sono i tuoi sentimenti? Sono diverse da quelli che cristiani verso gli ebrei? Non sono stati le autorità ebraiche ad emarginare, espellere dalla sinagoghe e perseguitare coloro che credevano in Gesù?
Paolo estrapola versetti o ne cita traduzioni errate. Mi dispiace ma questo è un fatto.
Malki-Tzedek è chiamato sacerdote di El Elyon perché ERA un sacerdote di El Elyon. Allo stesso modo, Yitrò è chiamato sacerdote di Midian perché era un sacerdote di Midian.
Sulle persecuzioni anticristiane degli Ebrei abbiamo solo la testimonianza di parte degli Atti degli apostoli. Il Cristianesimo basato sulla teologia della sostituzione e sul culto di un uomo-Dio e delle immagini non ha posto nell’Ebraismo, e per gli Ebrei rigettarlo con forza è coerente ed è una difesa dei principi della Torah.
Carissimo, io non so se hai letto il mio libro perché è molto lungo, ma puoi cmq leggere il paragrafo sull’episodio dell’adultera nel capitolo su Gesù per avere un’idea sul rapporto fra Gesù ( e quindi il cristianesimo) e i farisei ( quindi l’ebraismo), e magari commentarlo su questo sito. Con riguardo la sostituzione, anche come spiegato nel libro, essa riguarda il sacerdozio, perché come ricordato nella lettera agli ebrei, è il nuovo sacerdozio di Cristo che si è sostituito a quello precedente, e che tu ci creda o meno, sta di fatto che il vecchio sacerdozio non esiste più, e chi lo vorrebbe far rivivere rischia di creare grandi drammi e tragedie per tutto il popolo, ed anche di questo puoi cercare di capire leggendo il libro. Perché non può esistere l’ebraismo religioso senza sacerdozio, come spiegò nel capitolo su San Paolo.
Ma la problematica di fondo è un’altra: almeno l’onesta intellettuale e confessare se si creda o meno in Dio, e se l’ebraismo può stare in piedi anche senza credere in Dio, bastante solo la legge di Mosè, come alcuni candidamente ammettono.
Tu parli di dogmi, criticandoli e non amandoli perché sei un intellettuale credo. Ma credere che Di parlò il mondo fù, creando il mondo solo con la parola, che cos’è, un dogma o una spiegazione razionale della creazione del mondo?
Ma una cosa che devi fare anche tu, e metterla come premessa sul sito, avendo coraggio di dire la verità, anche per dar modo ai lettori di avere piena coscienza del credo del suo autore. Dio ama la sincerità del cuore e nell’intimo insegna la sapienza, sta scritto, ed anche dire ed ammettere di non credere in Dio, quando non si riesce a credere, si è sinceri e si può conseguire la sapienza. Perché non è una colpa non credere, ma essere falsi ed insinceri rapportandosi a Dio con doppiezza di cuore , potrebbe essere una colpa. Nel vangelo sta scritto che quando Gesù resuscito Lazzaro, i farisei volevano uccidere Lazzaro un ‘altra volta affinché il popolo non credesse in Gesù. Pu sembrare assurdo, ma ho scoperto vivendo che per molto uomini è così, vorrebbero ammazzare la verità quando non gli piace e non riescono a sottomettersi. Ora al di là del racconto evangelico, lo sai che, proprio tra gli studiosi, spesso è così, perché gli uomini non amano la pura ricerca della verità, ma le proprie verità… mentre l’ebraismo si caratterizza per questo: camminare sul sentiero della verità divina, in piena libertà, in apertura di animo e di spirito.
Come ti dico da sempre, devi essere completamente libero da ogni pregiudizio e preconcetto seguendo solo le scritture, e mettere magari ogni tesi alla prova delle scritture, avendo coscienza di trovarsi di fronte al mistero di Dio, Ma a te che piace leggere, leggi il mio libro , e magari avrai anche il piacere di commentarlo.
Alle mie domande su Melchesidek non hai risposto… . hai solo cercato vanamente di difenderti, facendo te quello che imputi agli altri, estrapolando versetti non sapendo dare una spiegazione unitaria in base alla logica biblica.
Egregio anonimo, quando la finirai di scrivere le tue farneticanti e insane elucubrazioni basate esclusivamente su dogmi cattolico religiosi? Fino a quando abuserai della pazienza del redattore di Sguardo a Sion e dei lettori con le tue panzane? Quando finirai di scrivere barzellette che per di più non fanno neanche ridere? Quando la smetterei di offendere l’intelligenza di studiosi che ne sanno più di te e degli altri, con i tuoi sermoni infantili e senza senso? Almeno abbi un po’ di decenza e mettere un limite a così cotanta dimostrazione di presunzione e ignoranza! Il tuo è solo un ronzio di una mosca insistente e fastidiosa che prima o poi viene schiacciata. E non ti offendere però dopo se dopo ci si stufa e ti schiaccia eh…
Eviterei il tono offensivo nei confronti del nostro anonimo ma ti ringrazio comunque delle tue schiette parole.
Anche le mie sono schiette parole, perché vado nel merito delle questioni, e non mi rifugio in calcio d’angolo reagendo solo denigrando chi la pensa diversamente.
Se sbaglio mi schiaccerà Dio, perché un ebreo sa che deve rimettere sempre a Dio ogni giustizia, e da lui accetterò ogni giudizio. Se non sbaglio però, il mio intento è solo quello di illuminare gli ebrei parlando di Dio, o anche per chi non ci crede, ad un puro esame delle scritture per amore della verità.
Vi ho parlato del sacerdozio, e vi ricordo che nel nuovo testamento fu proprio il sommo sacerdote a stracciarsi le sue vesti nei confronti di Gesù, ed il nuovo sacerdozio si è sostituito a quello antico, non un popolo con un altro popolo. Io non so se voi rimpiangete ancora un sacerdozio basato sui sacrifici animali, ma sta di fatto che, zoppicando da entrambi i piedi, sono proprio gli odierni fondamentalisti religiosi che volendo ricostruire il vecchio tempo e sacerdozio possono essere la rovina di Israele. fare di israele la misura di tutte le cose e non di Dio. Perché voi che conoscete, o ne avete la presunzione, le scritture, sapete bene ( e fareste bene a ricordarlo a molti) che Dio ha donato agli ebrei la torah con la quale ha creato il mondo intero, e non un piccolo pezzo di terra di questo mondo. Ma la terra gliel’ha promesso subordinata, però, al rispetto della torah, altrimenti sarà lui stesso a scacciarli da quella terra. Al contrario degli altri popoli che si fanno la guerra per conquistare pezzi di terra in questo mondo, gli ebrei devono mettere al centro l’amore della torah per avere la terra, perché sarà Dio a dargli sicurezza e benessere se rispetteranno la torah.; perché la terra appartiene a Dio. Beati i miti perché erediteranno la terra sta scritto, ed invece non mi sembra che ci sia molto mitezza nei vostri discorsi, confidando solo nella forza degli uomini e del potere invece che su quella di Dio. Sono uscito fuori tema forse, ma è solo un esempio per spiegare che tutto è collegato, e sono sempre le questioni di fondo che bisogna risolvere e su cui confrontarsi.
Ma il redattore sa di cosa parlo perché gli ho mandato un libro.
Ma a tutti gli altri consiglio solo la mitezza e l’umiltà, e prendere come esempio tutti i personaggi biblici che hanno fatto la storia di Israele.
E’ un dogma o non è un dogma, credere che Dio con le parole ha creato il mondo? Perché se è così, quello che hai scritto a me, vale per chi ha scritto la bibbia. E vallo a dire a lui mi verrebbe da dire, che è infantile, insensato e tutto il resto…. nel credere a queste barzellette.
Vi ho chiesto solo onestà e sincerità di cuore su questo, poi se mi volete bannare non è un problema, ne prenderò atto.
Perché se non si crede in Dio, sono tutte barzellette quelle scritte nella Bibbia.
Ma sta anche scritto che Dio ride, amando farsene beffa e burlarsi di tutti i potenti e i sapienti di questo mondo.
Ride bene chi ride ultimo dice un detto proverbiale, che ben può applicarsi anche alla Bibbia.
Chi vivrà vedrà, ma durante il corso del tempo è molto meglio ridere insieme a Dio piuttosto che deridere gli uomini che credono in lui. Sta tutto qui l’ebraismo, e non invece cercare la potenza e/o la sapienza come fanno tutti gli altri popoli. Ma basta leggere un ebreo come San Paolo.