Il Sinai è il luogo in cui avvengono due rivelazioni: quella “individuale” riservata solo a Mosè e quella “collettiva” a cui partecipa tutto il popolo. Questa corrispondenza ci mostra un aspetto spesso ignorato della storia dell’Esodo.

Il Sinai è il luogo in cui avvengono due rivelazioni: quella “individuale” riservata solo a Mosè e quella “collettiva” a cui partecipa tutto il popolo. Questa corrispondenza ci mostra un aspetto spesso ignorato della storia dell’Esodo.
Benché non esista alcun precetto biblico dedicato alla masturbazione, in molti sono convinti che il punto di vista della Torah su questo tema emerga dalla storia di Onan e Tamar nella Genesi. Ma è davvero così?
Davvero il rapporto tra l’Ebraismo e la cultura greca si può ridurre soltanto a una violenta contrapposizione? La questione diviene interessante se esaminiamo la storia del primo incontro tra le due civiltà.
In questo articolo proseguiamo la nostra analisi del racconto della lotta di Giacobbe con il suo anonimo avversario, chiedendoci anche quale sia lo scopo di questa breve parentesi nella vita del patriarca.
Chi è il misterioso avversario comparso dal nulla che affronta il patriarca Giacobbe? L’identità di questo personaggio non è l’unico enigma di uno dei brani più oscuri della Genesi e dell’intera Bibbia.
In molte occasioni, la Torah comanda al popolo d’Israele di amare lo “straniero” (gher) e di non opprimerlo. Ma chi è questo straniero? Si tratta di qualsiasi persona proveniente da un altro paese, oppure di qualcuno che ha adottato la fede di Israele?