Nel mese di febbraio del 2018 ha visto la luce il primo libro di Sguardo a Sion, il commentario ai primi undici capitoli della Genesi

Nel mese di febbraio del 2018 ha visto la luce il primo libro di Sguardo a Sion, il commentario ai primi undici capitoli della Genesi
Lasciamo il giardino dell’Eden e spostiamoci nella valle del Giordano, dove Abramo (chiamato ancora con il suo nome originario Avràm), nelle insolite vesti di guerriero,
E Hashem apparve [ad Avraham] presso le querce di Mamrè, mentre egli stava seduto all’ingresso della tenda, alla calura del giorno. Alzò gli occhi e vide,
Hagar, la serva egiziana della casa di Abramo, è un personaggio che può apparire alquanto marginale all’interno del quadro delle vicende dei patriarchi della Genesi, ma che in realtà, con la sua storia, ci conduce a un’importante riflessione sui valori morali della Torah.
Sul misterioso passato di Abramo, e sul motivo per cui Dio lo scelse, la Bibbia non ci rivela quasi nulla. Nella tradizione rabbinica, tuttavia, esistono vari racconti sulla gioventù di Abramo. Da dove hanno avuto origine queste storie assenti dal testo biblico?
“Le azioni dei padri sono un segno di ciò che avverrà ai loro figli”. Questo principio, noto da sempre alla tradizione rabbinica, è la chiave per comprendere a pieno i vari racconti che la Torah narra sulle vicende dei patriarchi del popolo ebraico. Le imprese dei padri, nella prospettiva biblica, non sono soltanto una fonte di esempi ed insegnamenti per i loro discendenti, ma anche vere e proprie prefigurazioni degli avvenimenti della futura storia ebraica.