Ebraismo ed Evoluzione: dieci domande

Riportiamo di seguito un articolo di Rabbi Natan Slifkin, rabbino ortodosso e studioso di zoologia, sul controverso argomento del rapporto tra l’Ebraismo e la teoria dell’evoluzione.

Evolution

1) Si ritiene che l’evoluzione si sia svolta nel corso di molti milioni di anni. Ma la Torah non insegna forse che l’universo è stato creato solo alcune migliaia di anni fa?

Nell’Ebraismo esiste una forte tradizione (benché non universale) secondo cui “non bisogna interpretare alla lettera il racconto della Creazione”, come afferma Maimonide. Rav Dovid Tzivi Hoffman (1843 – 1921), membro del Concilio dei Saggi della Torah dell’Agudath Israel, riteneva che i Sei Giorni della Creazione fossero da intendersi come lunghe epoche piuttosto che come giorni di ventiquattro ore.  Lo stesso Maimonide, come rivelano i commentarii alla Guida dei Perplessi, credeva che la storia dei Sei Giorni nel Libro della Genesi fosse un racconto concettuale della Creazione, non un resoconto storico.

2) Perché si dovrebbe accettare l’evoluzione? In fondo si tratta solo di una teoria.

“Evoluzione” è un termine che genera confusione, perché si applica a due diversi concetti. Il primo è quello della discendenza comune, la tesi secondo cui tutte le forme di vita animali discendono da un progenitore comune: organismi semplici diedero origine ai pesci, i pesci agli anfibi, gli anfibi ai rettili, i rettili agli uccelli e ai mammiferi (senza considerare il modo in cui questo processo è avvenuto). A sostegno di ciò esiste un gran numero di prove e di ipotesi verificabili. La discendenza comune è considerata da tutti gli scienziati (ad eccezione di alcuni di quelli che si dichiarano profondamente religiosi) un fatto consolidato, proprio come molti eventi storici accertati. Essa è inoltre di grande importanza per la comprensione del mondo naturale, poiché, ad esempio, ci permette di spiegare le similarità anatomiche che le balene e i pipistrelli condividono con i mammiferi, nonostante la somiglianza superficiale che queste specie possiedono in relazione (rispettivamente) ai pesci e agli uccelli.

Il secondo aspetto dell’evoluzione è il meccanismo attraverso il quale una specie si evolve in un’altra. A questo secondo concetto spetta propriamente la denominazione di “teoria”. Tuttavia, è importante comprendere che in ambito scientifico il termine “teoria” ha un significato molto differente da quello che gli viene attribuito nel linguaggio comune. Non si tratta infatti di pura speculazione, ma di un meccanismo esplicativo. Inoltre, secondo molti biologi, sebbene non tutti siano d’accordo, le mutazioni genetiche casuali, unite alla selezione naturale, risultano ampiamente sufficienti a spiegare il processo evolutivo. Tale questione è comunque priva di qualsiasi significato religioso, come spiegheremo a breve.

3) Come si può accettare la spiegazione scientifica dell’origine delle specie animali se si crede che Dio ha creato ogni cosa?

Oggi abbiamo la scienza della meteorologia, ma ciò non ci impedisce di affermare che Dio “fa soffiare il vento e le piogge cadono” (Salmi 147:18). Abbiamo la scienza della medicina, ma possiamo tuttora dichiarare che Dio “guarisce gli ammalati”. Abbiamo documentazioni storiche per comprendere il processo che ha portato alla vittoria nella guerra del 1967, eppure parliamo ancora dell’intervento miracoloso di Dio. Dio può agire tramite la meteorologia, la medicina, gli avvenimenti storici, e anche tramite la biologia dello sviluppo. Ecco perché l’attendibilità della teoria neo-darwiniana non ha alcuna rilevanza religiosa.

4) Ma la Torah non afferma forse che gli animali e gli esseri umani furono creati dalla terra, e non da specie precedenti?

Certamente. Ma cosa significa ciò? La benedizione che recitiamo prima di mangiare dichiara: “Benedetto sei Tu, Signore, nostro Dio, Re del mondo, che produci il pane dalla terra”. Eppure, di fatto, sappiamo che il grano (creato da Dio) è stato seminato dagli uomini, e che dopo la sua crescita naturale è stato trasformato in pane. Ma la benedizione semplifica il processo e descrive perciò Dio come Colui che ha fatto uscire il pane dalla terra. Allo stesso modo, l’azione compiuta da Dio nel produrre gli esseri viventi dalla terra può riferirsi alla creazione della materia prima della natura e al processo scientifico che ha condotto all’origine delle specie animali.

5) L’idea di un’evoluzione casuale non contraddice il concetto di una Creazione diretta da Dio e orientata verso uno scopo prestabilito?

L’Ebraismo riconosce da sempre l’esistenza di eventi che, nel mondo fisico, appaiono come puramente casuali, senza che ciò escluda il ruolo di Dio, che agisce però “dietro le quinte”. Questo è proprio il messaggio fondamentale della storia di Purim! Le Scritture dichiarano: “Si getta la sorte nel grembo, ma ogni decisione dipende da Dio” (Proverbi 16:33).

6) Secondo la Bibbia, l’uomo è stato creato a immagine di Dio. Com’è possibile allora che gli esseri umani discendano dagli animali?

La tradizione ebraica sostiene da tempo che la differenza qualitativa tra l’uomo e gli animali non sia di natura fisica. L’identità che rende l’uomo unico risiede nel suo aspetto spirituale, non nell’origine materiale del suo corpo. I grandi studiosi medievali della Torah spiegano che, dal punto di vista fisico, l’uomo fu creato come un animale, ma con la possibilità di elevarsi al di sopra di tale livello. La Mishnah dichiara che tutti proveniamo da una “goccia putrida”, che è qualcosa di inferiore agli animali; eppure, non è la nostra origine a definirci, ma ciò che possiamo diventare.

7) I rabbini non credono che l’evoluzione sia un’eresia?

Tra i rabbini più autorevoli, soltanto in pochi hanno studiato la scienza evoluzionista e hanno dedicato una seria riflessione a questa materia. I rabbini del mondo Haredì (ultra-ortodosso) non seguono la prospettiva razionalista di Maimonide e dei grandi studiosi spagnoli della Torah. I pochi rabbini orientati verso il razionalismo che hanno approfondito l’argomento, come Rav Kook, Rav Yosef Ber Soloveitchik, Rav Gedalyah Nadel (un importante discepolo del Chazon Ish) e Rav Aryeh Carmell, sono giunti alla conclusione che l’evoluzione sia compatibile con l’Ebraismo. Rav Samson Raphael Hirsch, nonostante il suo personale scetticismo nei confronti dell’evoluzione, non vedeva in essa alcun problema teologico: “…Se questa idea dovesse raggiungere la completa accettazione da parte del mondo scientifico, in tal caso l’Ebraismo chiederebbe ai propri fedeli di avere una riverenza ancora maggiore verso l’unico Dio, che nella Sua infinita sapienza creativa e nella Sua eterna onnipotenza ha avuto bisogno di portare all’esistenza non più di un singolo nucleo informe, ed un’unica legge di adattamento ed ereditarietà, in modo da far scaturire dal caos apparente l’infinita varietà delle specie che oggi conosciamo, ciascuna con le sua caratteristiche che la distinguono da ogni altra creatura” (“The Educational Value of Judaism,” in Collected Writings, vol. VII, p. 264).

8) L’evoluzione è in contrasto con la tradizione?

Non più di quanto non lo fosse la teoria eliocentrica, che fu anch’essa rigettata da molti importanti rabbini fin dall’epoca di Copernico, benché la maggior parte degli Ebrei religiosi abbia poi imparato ad accettarla. La stessa cosa vale per l’evoluzione, che è stata ampiamente accettata dagli Ebrei religiosi legati all’ambiente scientifico e dalla teologia ebraica razionalista.

9) Ma non ci sono forse molti evoluzionisti laici che utilizzano l’evoluzione per cercare di attaccare i principi religiosi?

Purtroppo sì, ma si tratta di un abuso della scienza: non è qualcosa che riflette la natura stessa della teoria dell’evoluzione. Per questo è importante che l’evoluzione sia insegnata in ogni ambiente e che sia compresa in maniera corretta.

10) Non hai risposto a tutte le mie domande ed obiezioni!

Certamente no. L’evoluzione è un argomento immensamente complesso, impossibile da trattare esaustivamente in un breve articolo. Per una discussione più approfondita è possibile consultare il mio libro The Challenge Of Creation (disponibile nelle librerie ebraiche e su www.zootorah.com).

Rabbi Natan Slifkin.

Articolo originale: http://www.rationalistjudaism.com/2014/06/ten-questions-on-evolution-and-judaism.html

4 commenti

      1. Il racconto della Creazione non parla né di dinosauri, né di canguri, né di pinguini. Si tratta di un racconto concettuale volto a trasmettere insegnamenti, non di un resoconto scientifico.

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