La storia del re Saul trova in questo capitolo la sua drammatica conclusione. Come era stato predetto dallo spirito del profeta Samuele, le sorti della guerra si volgono contro Israele, e i figli di Saul cadono uccisi sul campo di battaglia.

La storia del re Saul trova in questo capitolo la sua drammatica conclusione. Come era stato predetto dallo spirito del profeta Samuele, le sorti della guerra si volgono contro Israele, e i figli di Saul cadono uccisi sul campo di battaglia.
Frustrato e scoraggiato per il protrarsi della sua vita da ricercato in Israele, Davìd decide in questo capitolo di rifugiarsi nel paese dei nemici. Egli si presenta ai Filistei come un traditore della patria, conquistando così il favore del re Akhish, che gli consente di stabilirsi nella città di Tziklàg.
“Così dice HaShem delle schiere: Io punirò Amalek per ciò che fece a Israele quando gli si oppose sulla via, quando uscì dall’Egitto. Ora va’, colpisci Amalek e vota allo sterminio tutto ciò che gli appartiene senza avere alcuna pietà di lui” (1 Samuele 15:7-9).
Il singolare profeta e indovino Bilàm, convocato dal re di Moav per maledire Israele, non potendo però resistere al volere di Dio, si ritrova alla fine a pronunciare splendide benedizioni e profezie.
E Moshè costruì un altare e lo chiamò «HaShem è la mia bandiera». E disse: «Poiché una mano è sul trono di Yah: [ci sarà]
E Yitrò, sacerdote di Midiàn, suocero di Moshè, ascoltò tutto ciò che Dio aveva fatto per Moshè e per Israele suo popolo. […] E Yitrò