Isaia 7:14 è uno degli esempi più strabilianti di come un passo biblico tutto sommato lineare, non oscuro, senza nulla di controverso, possa trasformarsi in una fonte inesauribile di dibattiti, polemiche religiose e fraintendimenti.

Isaia 7:14 è uno degli esempi più strabilianti di come un passo biblico tutto sommato lineare, non oscuro, senza nulla di controverso, possa trasformarsi in una fonte inesauribile di dibattiti, polemiche religiose e fraintendimenti.
La venuta del Messia è da sempre intesa come un evento di portata globale. Ma quale funzione può essere attribuita alle nazioni non ebraiche nel contesto della Redenzione? Che tipo di futuro attende il genere umano secondo la fede ebraica?
Il capitolo 19 del libro di Isaia è uno dei brani che smentiscono in maniera particolarmente eclatante le convinzioni di chi immagina l’Ebraismo come un sistema religioso che esclude il genere umano nella sua collettività
Dal momento che Ezechia non ha meritato l’adempimento completo delle profezie messianiche nella sua epoca, ciò significa forse che le promesse di Redenzione sono state
Abbiamo ormai compreso che i profeti Isaia e Michea associano la venuta del Messia alla vittoria sull’impero assiro. Tuttavia, è innegabile che le promesse di
La profezia di consolazione espressa in Isaia 9:1-6, che il pensiero cristiano ha interpretato come una predizione della nascita di Gesù di Nazareth, conserva però un suo significato originario e autentico che è legato a un avvenimento storico ben diverso.