Dopo aver parlato dell’importanza delle “parole guida” nella comprensione dei racconti biblici, proseguiamo il nostro discorso sui principali metodi per interpretare la Bibbia e affrontiamo questa volta il tema delle strutture narrative.
Qualsiasi storia che si rispetti ha una propria struttura, cioè un impianto in base a cui i fatti narrati sono ordinati ed esposti. A volte, però, come afferma il Prof. Yonatan Grossman, “esiste una struttura artistica nascosta all’interno della narrazione, in cui i vari episodi della storia sono organizzati in modo particolare, incoraggiando il lettore a tracciare collegamenti sorprendenti tra scene diverse”.
Tipi di struttura: il chiasmo
All’interno della Bibbia, troviamo innumerevoli esempi di struttura chiastica, una tecnica letteraria in cui gli elementi che compongono un verso o un brano sono disposti in modo da formare una struttura simmetrica invertita, come nel seguente esempio:
E Dio creò l’uomo a sua immagine. A immagine di Dio lo creò (Genesi 1:27).
In questo verso, la seconda frase potrebbe apparire del tutto superflua; quella che sembra una ripetizione per nulla necessaria ha però lo scopo di formare una struttura artistica, con un parallelismo invertito tra le parole “creò” e “immagine”:
A Dio creò l’uomo
B A sua immagine
B’ A immagine di Dio
A’ lo creò
In questo caso, ci troviamo davanti a una struttura chiastica molto semplice che coinvolge soltanto due brevi frasi. Talvolta, però, lo stesso tipo di struttura può essere rilevato in porzioni di testo molto più ampie, come interi racconti. Un esempio significativo, di cui ci siamo già occupati in passato, è la storia di Babele nella Genesi:
A Tutta la terra ha una sola lingua (v. 1)
B Gli uomini si riuniscono nella valle di Shinar (v. 2)
C Progetto umano (vv. 3-4)
D “Discesa” di Dio (v. 5)
C’ Progetto divino (vv. 6-7)
B’ Gli uomini si disperdono su tutta la terra (v. 8)
A’ Fine dell’uniformità linguistica (v. 9)
La prima metà del testo (sequenze A, B, C) ci presenta la situazione iniziale e l’operato degli uomini. La seconda metà (C’, B’, A’) rappresenta invece il “rovesciamento” della prima, e segna perciò una totale inversione degli avvenimenti narrati. Al centro del racconto è posta la frase riportata al v. 5: “E HaShem discese per vedere la città e la torre che i figli degli uomini stavano costruendo”, che indica proprio il momento dell’inversione.
In questo caso, dunque, la struttura del testo non ha soltanto un valore estetico, ma racchiude una parte importante del messaggio del racconto: l’inversione delle sequenze narrative riproduce il completo stravolgimento del proposito umano ad opera della Volontà divina.
Chiasmi più estesi
Una struttura chiastica, come abbiamo appena visto, può comprendere un singolo verso oppure, in casi più complessi, un racconto formato da più versi. Esistono tuttavia anche interi libri della Bibbia ebraica che risultano strutturati come un immenso chiasmo.
Un esempio è certamente rappresentato dal Libro di Ester, che può essere diviso in due metà simmetriche, di cui la seconda costituisce il “ribaltamento” della prima; ciò significa che ciascuna sequenza della prima metà viene sovvertita da una sequenza parallela posta in posizione speculare. In un nostro articolo precedente (Ester: il libro del ribaltamento), abbiamo parlato dei dettagli di questa struttura e del suo significato.
Alcuni studiosi ritengono di aver individuato una struttura simile anche nel Libro dei Giudici, che sarebbe anch’esso costruito come un unico grande chiasmo. D. W. Gooding, nel suo saggio intitolato “La composizione del Libro dei Giudici”, propone infatti il seguente schema:
A. Introduzione: Israele chiede chi guiderà la marcia contro i Cananei (1:1-3:6).
B. Otniel ben Kenaz e la sua moglie virtuosa (3:7-11).
C. Ehud e la sua vittoria presso il Giordano (3:12-31).
D. Devorah e Barak: una donna schiaccia la testa del nemico (4-5).
E. Ghideon: punto di svolta (6:1-8:32).
D1. Avimelekh: una donna schiaccia la testa del nemico (8:33-10:5).
C1. Yiftach e la guerra civile presso il Giordano (10:6-12:15).
B1. Shimshon e le sue mogli cattive (13-16).
A1. Appendice conclusiva: Israele chiede chi guiderà la marcia contro Binyamin (17-21).
Bisogna però notare che lo schema qui riportato non comprende realmente il libro nella sua interezza, ma prende in considerazione solo temi ed episodi specifici per tracciare un parallelismo (che in realtà è un contrasto) tra la prima e la seconda metà del libro.
Ad esempio, la storia di Yiftach (Iefte) non è incentrata sulla guerra civile combattuta presso il Giordano, come sembrerebbe dallo schema: tale guerra è solo un episodio marginale dell’intera vicenda. Allo stesso modo, gli ultimi quattro capitoli del libro non posso essere riassunti con la frase “Israele chiede chi guiderà la marcia contro Binyamin”, poiché in essi troviamo avvenimenti molto più rilevanti.
Nonostante ciò, lo schema proposto possiede comunque un suo valore: esso rappresenta un modello efficace che ci permette di identificare facilmente i parallelismi senza dubbio validi tra la “metà positiva” del Libro dei Giudici e la “metà negativa”, quella in cui la degradazione morale degli Israeliti raggiunge livelli terrificanti.
Strutture lineari
Abbiamo dunque compreso che il chiasmo è una struttura del tipo ABCC’B’A’: il primo elemento (A) corrisponde all’ultimo (A’), il secondo (B) corrisponde al penultimo (B’) ecc. Esistono tuttavia anche strutture prive di “inversione” che potremmo definire “lineari“, ossia del tipo ABCA’B’C’.
A questo proposito, osserviamo le varie sequenze narrative presenti nel Libro di Giona. Se dividiamo il testo nelle sue due metà, possiamo notare chiari parallelismi tra le sequenze della prima parte e quelle della seconda:
Prima parte (capitoli 1-2) | Seconda parte (capitoli 3-4) |
A – Dio ordina a Giona di andare a Ninive | A’ – Dio ordina a Giona di andare a Ninive |
B – I marinai gridano a Dio | B’ – Gli abitanti di Ninive gridano a Dio |
C – Giona prega nel ventre del grande pesce | C’ – Giona prega sulla terra arida |
D – Dio risponde a Giona |
La prima parte si conclude nel momento in cui Giona, colpevole di aver tentato di sottrarsi alla missione affidatagli da Dio, prega nel ventre del pesce che lo ha inghiottito, ottenendo così una seconda opportunità. La storia sembra a questo punto ripartire dall’inizio, dando luogo a eventi che ci ricordano in qualche modo ciò che è già avvenuto.
Malgrado le analogie, la seconda parte non è tuttavia una semplice ripetizione della prima: in essa si manifesta invece uno sviluppo differente, come è evidenziato dalla comparsa di un nuovo elemento (la risposta di Dio) che non ha alcuna corrispondenza nella prima parte. Proprio attraverso questa apparente irregolarità strutturale, il testo ci parla e ci presenta la svolta positiva della storia narrata.
L’importanza della struttura
Nel nostro libro La tua voce ho udito – Viaggio nel Libro della Genesi abbiamo scritto: “Studiare il criterio con cui un libro è suddiviso non è solo un puro esercizio di critica letteraria: indagare sulla struttura del testo ci permette di interpretare quest’ultimo nella maniera più coerente, di apprezzarne la complessità e di scoprire il disegno geometrico che la parola scritta crea nelle sue combinazioni”.
La critica accademica ha a lungo ignorato o sottovalutato l’importanza della struttura dei testi biblici, immaginando la Torah come un connubio forzato e arbitrario di documenti diversi e tradizioni contrastanti. Se però contempliamo l’armoniosità e la simmetria della sua struttura, la Torah comincerà ad apparirci come un grande edificio costituito da molte sezioni e particolari disomogenei, che però contribuiscono insieme a formare un perfetto equilibrio.
A questo proposito, proprio nel nostro libro abbiamo mostrato come i primi undici capitoli della Genesi, da sempre indicati dalla critica come il frutto dell’unione di almeno due fonti differenti, siano invece disposti secondo un disegno coerente che rivela un progetto unitario.
Bravo redattore e complimenti, Il Signore è uno e tutta la Bibbia è disposta secondo un disegno coerente che rileva un progetto unitario.
Anche grazie a te ho imparato che cos’è il chiasmo, e tutta la Bibbia è un grande chiasmo dove l’inizio coincide con la fine. L’uomo creato ad immagine di Dio……… Ad immagine di Dio lo creò,e per realizzare il suo progetto divino in contrasto con il progetto degli uomini, Dio scende come sta scritto ed hai riportato giustamente, per dare inizio ad una nuova storia.
Scendiamo disse….. e sulla discesa di Dio occorre meditare
Perché se lo ha creato a sua immagine, deve confrontarsi con gli uomini a pari a pari il Dio della Bibbia, così come gli aveva chiesto Giobbe.
Devi unire e legare tutti gli episodi tenendo distinti l opera di Dio e l opera degli uomini
Scendiamo disse, e dopo l episodio della torre di babele comincia la storia di Abramo. La rilevazione di Dio. Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, di coloro che seguivano solo la voce del Signore confidando nella sua promessa e nella fedeltà alla sua parola, non avendo mai assistito a nessun miracolo, tranne uno, la nascita di un figlio. Una voce ho udito, e solo la sua voce avevano udito, come anche Giuseppe e Davide, mentre coloro che assistettero a tutti suoi miracoli sia in egitto che nel deserto non entrarono nella terra promessa.
Per paradosso si potrebbe dire che hanno inventato i miracoli gli ebrei, eppure non sui miracoli si fonda la loro fede o religione, ma sulla parola del Signore, e non vi sarà dato nessun segno se non il segno di Giona disse Gesù a chi gli chiedeva miracoli per credere
scusate l ennesima intrusione, ma l’ebraismo si basa sulla vita eterna perché Dio è eterno, il Dio dei viventi……. e la vita non ha fine………. e dobbiamo camminare con i piedi per terra ma con lo sguardo rivolto in alto verso l infinito come facevano Abramo Isacco e Giacobbe, sempre oltre …………….
buona notte