Matrimonio, fughe e divinazione – 1 Samuele 18-20

Una storia che si ripete

E Shaul disse a David: «Ecco Merav, la mia figlia maggiore: io te la darò in moglie; solo sii per me un figlio valoroso e combatti le battaglie di HaShem». E Shaul pensava: «Non sia la mia mano a colpirlo, ma sia la mano dei Filistei» (1 Samuele 18:17). 

Dopo essersi guadagnato una fama da eroe nazionale, Davìd riceve l’onore di diventare genero del re sposando la figlia di Shaul. Il sovrano, in realtà, ha pessime intenzioni e cerca di liberarsi di David, considerandolo un pericoloso rivale.

Vi invitiamo ora a leggere attentamente i versi che narrano del matrimonio di David e del piano escogitato da Shaul per ucciderlo (1 Sam. 18:17-30 e 19:11-17), chiedendovi a quale storia biblica precedente assomiglia questa vicenda.

Se avete familiarità con il Libro della Genesi, non sarà difficile per voi intuire che il racconto in questione rievoca la vicenda di Yaakòv (Giacobbe), del suo matrimonio con Rachèl (Rachele) e della sua successiva fuga dalla casa di Lavàn (Labano):

  • Lavan promette a Yaakov di dargli in sposa sua figlia Rachel, ma poi lo inganna facendogli sposare Leah (Genesi 29:15-27). In maniera simile, David avrebbe dovuto sposare Merav, ma in seguito il matrimonio non avviene, ed egli sposerà Mikhàl, l’altra figlia di Shaul (1 Sam. 18:19-20).
  • In entrambe le storie, il protagonista compie un duro lavoro per ottenere la sposa, e in ambedue i casi l’obiettivo iniziale finisce per essere raddoppiato: A Yaakov è richiesto di lavorare sette anni per Rachel, ma gli anni diventeranno poi quattordici (Genesi 29:27); David deve raccogliere cento prepuzi di nemici filistei, ma ne raccoglierà duecento (1 Sam. 18:27).
  • Il protagonista, che in entrambi i casi è un pastore, ottiene un successo straordinario che suscita l‘invidia del suocero (Genesi 30:42-43; 1 Sam. 18:28-29).
  • Il protagonista, sentendosi minacciato, fugge dal suocero di notte (Genesi 31:17-18; 1 Sam. 19:11-12).
  • Prima della fuga, Rachel ruba i terafìm (termine spesso tradotto con “idoli domestici”) del padre (Genesi 31:19); dopo la fuga di David, Mikhal pone dei terafim sotto le coperte, al posto di David, per confondere i sicari del padre (1 Sam. 19:13).
  • Il suocero deplora di essere stato ingannato (Genesi 31:26; 1 Sam. 19:17) e dialoga con sua figlia, che si prende gioco di lui riuscendo così a evitare il peggio.

Fra tutti questi parallelismi, l’elemento più interessante è forse quello dei terafim. Sul motivo per cui Rachel ruba gli idoli del padre esistono opinioni discordanti: per Rashi, il furto aveva lo scopo di privare Lavan dei suoi falsi dèi, spingendolo ad abbandonare l’idolatria; per Rashbam, Rachel credeva nel potere divinatorio dei terafim e temeva che il padre potesse usarli per scoprire in quale luogo fosse fuggito Yaakov; c’è poi l’interpretazione di Rabbi Michael Chattin, secondo cui Rachel voleva dissacrare i terafim ponendoli sotto la sua sella.

Non è chiaro neppure il motivo per cui Mikhal avesse con sé degli idoli: da dove li aveva presi? Era forse devota a un culto pagano? La cosa non deve forse sorprendere eccessivamente se si ricorda che, in varie forme, l’idolatria era molto diffusa nell’antico Israele, anche fra le alte sfere. A prescindere dalle sue usanze religiose personali, non doveva essere dunque difficile per una principessa reperire dei terafim, soprattutto se si considera che spesso questi non erano intesi come veri e propri idoli (quali ad esempio le statue di Baal e Asherah), ma come strumenti per predire il futuro (Zaccaria 10:2).

Indipendentemente da tali interrogativi, la presenza dei terafim in queste due narrazioni ci permette di notare un contrasto tra Rachel e Mikhal: la prima ruba segretamente gli idoli del padre per motivi che soltanto lei conosce, mettendo in pericolo il marito con questo suo atto; la seconda, invece, usa i terafim per proteggere il marito, salvandogli la vita. Il testo sembra dunque esaltare in questo modo Mikhal, elevandola al di sopra della matriarca della Genesi.

Le frecce di Yehonatan

E Yehonatan disse a David: […] «Se mio padre intende farti del male, ti farò avvertire e ti lascerò partire perché te ne vada in pace. E HaShem sia con te, come è stato con mio padre» (1 Samuele 20:12-13).

Mikhal non è l’unica componente della famiglia di Shaul che rischia la sua vita per salvare David: anche suo fratello Yehonatàn, che come abbiamo visto “amava David come la sua anima” (18:1), protegge più volte l’eroe dai piani sanguinari del padre.

In particolare, al capitolo 20, leggiamo che Yehonatan escogita uno stratagemma per informare segretamente David delle intenzioni di Shaul, permettendogli così di fuggire:

E Yehonatan gli disse: «Domani è il novilunio e la tua assenza sarà notata, perché il tuo posto sarà vuoto. Lascerai passare tre giorni, poi scenderai in fretta […] e rimarrai presso la pietra di Ezel. Io tirerò tre frecce a fianco di essa, come se tirassi al bersaglio. E manderò un ragazzo [dicendo]: «Va’ a cercare le frecce». Se dico al ragazzo: «Guarda, le frecce sono vicine a te, prendile!», allora vieni perché [ci sarà] pace per te e non [ci sarà] pericolo […]. Ma se dico al giovane: «Guarda, le frecce sono lontane da te», allora vattene, perché HaShem ti fa partire (20:18-22).

Il piano di Yehonatan assomiglia, benché solo superficialmente, a un metodo classico di divinazione. Era infatti comune nell’antichità servirsi del lancio di frecce per predire il futuro, praticando la cosiddetta “belomanzia”. Ne abbiamo un esempio anche nel Talmud (Ghittin 56a), laddove si legge che Nerone scagliò in aria alcune frecce per dedurre dal loro movimento quale sarebbe stata la sorte di Gerusalemme.

Naturalmente, qui Yehonatan non sta facendo riferimento a un simile rito, eppure l’uso delle frecce per indicare cosa avverrà ci fa venire in mente in qualche modo l’antica usanza divinatoria, soprattutto se ricordiamo che, nel capitolo precedente, anche sua sorella Mikhal si era servita di uno strumento di divinazione (i terafim) per aiutare David.

Oltre che ai terafim, la principessa aveva in realtà fatto ricorso anche a un kevìr HaIzzìm (19:13), termine oscuro spesso tradotto con “pelo di capra”.

Giuseppe Flavio (Antichità Giudaiche, VI, 11, 4) e la traduzione greca nota come LXX leggono però kevir come kaved, cioè “fegato” (le due parole si scrivono in modo pressoché identico in ebraico), indicando che Mikhal avrebbe posto sotto le coperte un idolo e un fegato di capra per far credere alle guardie che David fosse a letto. Questa lettura sembra trovare conferma in un verso di Ezechiele:

Poiché il re di Babilonia sta sul bivio, in capo alle due strade, per tirare presagi: egli scuote le frecce, consulta i terafim, esamina il fegato (Ezechiele 21:21).

Qui il profeta menziona insieme le frecce, i terafim e il fegato come tre strumenti tipici di divinazione: esattamente gli oggetti impiegati da Mikhal e Yehonatan per salvare David!

Da una parte abbiamo dunque Shaul, che mette al bando indovini e negromanti (28:3), rispettando in apparenza la Torah (che proibisce queste pratiche), mentre di fatto si oppone sistematicamente alla volontà divina con le sue azioni malvagie; dall’altra abbiamo invece i suoi figli, che utilizzano strumenti in apparenza legati al mondo dell’idolatria e della divinazione, ma che in realtà agiscono per il bene di David e contribuiscono a far adempiere il piano di Dio.

Concludiamo allora con una riflessione di Rav Amnon Bazak, alla cui interpretazione ci affidiamo ancora una volta:

“Che grande valore simbolico ha dunque il fatto che i figli di Shaul usino i terafim, un fegato e delle frecce – strumenti usati da molti adoratori di idoli per prevedere il futuro –, per contribuire a realizzare la parola di Dio. In questo modo, la Scrittura dimostra che l’essenza delle cose non sta nelle apparenze superficiali, ma nel contenuto. Ascoltare la voce di Dio e obbedire ai suoi profeti sono fattori decisivi, ed è solo in funzione di questi che la rimozione di maghi e streghe acquisisce valore. Proprio come Shaul ha privato il comandamento del suo significato profondo, smascherando il vero intento delle sue azioni, così – misura per misura – gli oggetti di divinazione vengono separati dal loro significato superficiale per diventare, all’opposto, strumenti per la realizzazione della volontà di Dio”.

10 commenti

  1. Famoso e ben noto è il conflitto tra il re Shaul e David e le sue conseguenze . In questo articolo, per me fra tutti questi parallelismi biblici che hai evidenziato giustamente, la storia invece che più mi ha più colpito è il tragico personaggio anche se minore e poco conosciuto, di Michal Bat Shaul non sufficientemente considerato se non ignorato.
    Invece ritengo la sua storia e la sua relazione con David, se pur fallimentare, alquanto significativa e indicativa…
    In quanto, quando Michal incontrò David per la prima volta, lo conosceva come una celebrità. Michal lo adorava e se non sbaglio questa è l’unica volta nella Bibbia in cui è scritto che una donna ama un uomo e non il contrario. Mentre David la sposò invece solo perché era la figlia del re o sperando così di diventare il successore di Shaul, dato che Yehonatan aveva rinunciato alla successione del padre … Michal amava sinceramente molto disinteressatamente David, e a causa di questo amore, sofrì molto in tutta la sua vita, che diventa per lei una tragedia personale in seguito al conflitto fra suo padre e suo marito .Infatti vediamo Michal è combattuta tra la lealtà a suo marito e l’amore di suo padre, ma alla fine sceglie la lealtà a suo marito. Dopo aver aiutato David a fuggire, fu costretta all’esilio per punizione dal padre e nel capitolo 25, si afferma che “Saul diede a Mical sua figlia, la moglie di David, a Pelti bin Lish”. . L’esilio di Michal dura circa 9 anni, mentre suo marito David che per circa 7 anni è re a Hebron, la ignora totalmente e bellamente, non si interessa e non si preoccupa del bene di sua moglie. Alla fine David invece di ringraziarla per la sua lealtà, e per una stupida lite, pone definitivamente fine alla relazione iniziata ai tempi di Shaul, dopo averla rimproverata e abbandonata senza figli e famiglia fino al giorno della sua morte. Bella roba…no?

    Ora la Torah, proibisce ad un uomo di rimanere sposato con una donna dopo che questa ha avuto rapporti con un altro uomo (Deut. 24,4). Come ha potuto dunque David riprendersi Michal in moglie dopo che era stata sposata con Paltiel? Perché David ha insistito affinché Michal gli fosse restituita, dal momento che sposò altre donne e aveva figli, qual è il bisogno di avere a tutti costi Michal Bat Shaul? Forse per avere il controllo politico su tutto Israele?Vedi come questa povera donna viene ancora usata per fini di calcolo ed egoistici interessi? Ma prima ancora di ciò, con che diritto Shaul l’aveva sottratta a David con cui era regolarmente sposata per darla a Paltiel con cui allevò i 5 figli della sorella defunta Merival che David diede poi agli amaleciti per sbarazzarsene?

  2. Alla fine David invece di ringraziarla per la sua lealtà, e per una stupida lite, pone definitivamente fine alla relazione iniziata ai tempi di Shaul,

    Cara Antonella perché definisci stupida questa lite? Non è che invece forse è di grandissima importanza? A parte il fatto che niente può essere definito stupido nella Bibbia

  3. Aver rimproverato il comportamento di David (a ragione) per aver ballato mezzo nudo e facendo il pagliaccio in mezzo a uomini donne e bambini ( non è nuovo David a questi atteggiamenti da fuori di testa) mentre portava l’arca a Gerusalemme, lo trovo una scusa stupida e banale. È stata solo piuttosto l’occasione buona che David ha trovato e furbescamente sfrutattato, per liberarsi definitivamente di Mical (che non ha mai amato) e della discendenza di Shaul.

  4. Ultimamente, rileggendo e studiando meglio il personaggio di David, mi è caduto un mito. Ora ho capito meglio del perché HaShem gli ha proibito di costruire il grande Tempio, e perché dopo si è ritrovato a gestire in seguito una famiglia lacerata tra lotte, violenze e divisioni di ogni tipo… 😏 altro che re ideale o prototipo del messia… mah 😒🙃🤪

  5. mi viene da sorridere un pò………….. la pensi come Mical mi sembra.ed in effetti sta descritto che a guardarlo lo disprezzo in cuor in suo.
    Devi leggi la storia dell’arca nel libro di Samuele, mia cara, perché tutto il popolo faceva festa e Davide saltava e danzava avendo il piacere di mostrarsi scoperto davanti al Signore perché non aveva ancora peccato fino ad allora.
    Ti riporto i versi biblici:
    ” Bell’onore si è fatto oggi il re di Israele a mostrarsi scoperto davanti agli occhi delle serve dei
    suoi servi, come si scoprirebbe un uomo da nulla!”. 21Davide rispose a Mikal: “L’ho fatto dinanzi al Signore, che mi ha scelto invece di tuo padre e di tutta la sua casa per stabilirmi capo sul popolo del Signore, su Israele; ho fatto festa davanti al Signore. 22Anzi mi abbasserò anche più di così e mi renderò vile ai tuoi occhi, ma presso quelle serve di cui tu parli, proprio presso di loro, io sarò onorato!”. 23Mikal, figlia di Saul, non ebbe figli fino al giorno della sua morte”
    Per Mikal Davide si era disonorato di fronte agli uomini, ma invece si er SCOPERTO DI FRONTE AL SIGNORE, perché non cercava la gloria degli uomini ma voler dare gloria a Dio. Rivestano un ruolo speciale le donne nella storia di Davide come lo devono rivestire nella storia del Messia suo figlio. E suo figlio, come lui ha detto, ha fatto quello che lui non ha potuto fare avendo poi peccato, e se agli occhi di Mical si renderà vile, presso quelle serve di cui parlava sarebbe stato onorato come ci dice la storia di Gesù.
    Ma dovresti conoscere il peccato di Davide e perché Dio lo perdonò, poi se vuoi ti potrei parlare solo di Davide per spiegarti la sua storia.
    Chissà se lo farà il redattore……..

  6. A me viene da sorridere se non da piangere carissimo anonimo , per la tua superficialità, sprovvedutezza e semplicioneria quando commenti le scritture da fondamentalista e cristiano. Ti mancano totalmente le basi elementari, oltre che acume critico e intelligenza e risponderti e solo tempo perso. 🙄😎 Ciao ciao…

  7. Ma se tu che sei ebrea dici che ti è caduto un mito a rileggere la storia di davide e non ami il tuo Re che ti posso dire? Ti ha risposto Davide potrei dirti.
    Lascio a te l’acume e l intelligenza, la superficialità o profondità , o passare come Mikal dall’amore al disprezzo

  8. Caro anonimo, il mio RE, Benedetto sempre Egli sia, è HASHEM e non certamente David. E lo studio della Torah è un dovere per me piacevole ma da fare con intelligenza, apertura mentale, morale e spirituale. Comprendi questo ? 😁

  9. Da fare con profondità ed umiltà di cuore.
    Dici bene che il tuo Re è solo Ha Shem e non Davide, ma sta pure scritto nella tua Torah che però è il figlio di Davide, e perché pure essendo figlio Davide lo chiama suo Signore, chiese Gesù ai farisei. Questo solo per dirti che nel cristianesimo il Re e Messia è sia figlio di Davide che figlio di Dio, vero uomo e vero Dio per risolvere ogni contraddizione armonizzare ogni cosa in unità. Poi non mi piacciono le polemiche religiose di fronte al mistero di Dio, perché una cosa è certa, è che solo il peccato divide l uomo da Dio e del peccato di Davide qualche volta ti parlerò, magari aspetto che lo faccia prima il redattore.
    faremo ed ascolteremo, e tante cose le più profonde si conoscono solo vivendole con l intelligenza del cuore

  10. Cmq, solo un altra cosa- Il tuo Dio è amore che tutto dona perché l amore quanto più dona più si arricchisce. Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete
    Ha donato pane e carne nel deserto come gli avevano chiesto, ed anche acqua da bere. Gli hanno chiesto un intercessore fra loro e il Signore , e gli ha dato un intercessore, gli hanno chiesto un re e gli ha dato un re. Ed ora perché pensate che non vi serva un intercessore ed un re? Se DIo tutto dona , non è più semplice chiedere a lui che cercherà di fare da soli? Tutto ciò che avresti chiesto il Signore ti avrebbe donato, ma tu ti sei presa una donna con le tue mani, disse in pratica Natan a Davide
    Si può credere o non credere in Dio ( non è facile perché solo per rivelazione si crede) ma se si studia la Torah bisogna attenersi e sottomettersi alla torah., essere schiavi per poter essere liberi come dicono anche i rabbini

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