Il saggio Daniel vede nel suo sogno quattro creature terrificanti comparire l’una dopo l’altra. Tra queste, particolare rilievo è attribuito alla quarta bestia, allegoria di un impero potentissimo da cui sorgerà un persecutore blasfemo.

Il saggio Daniel vede nel suo sogno quattro creature terrificanti comparire l’una dopo l’altra. Tra queste, particolare rilievo è attribuito alla quarta bestia, allegoria di un impero potentissimo da cui sorgerà un persecutore blasfemo.
Le visioni allegoriche dei capitoli 7 e 8 ripropongono lo stesso schema già presente nella visione della statua: una successione di regni sempre più potenti a cui fa seguito un intervento divino che porta la giustizia sulla terra.
Dopo aver introdotto i principali temi e le caratteristiche distintive del Libro di Daniele, in questa terza parte entreremo nel vivo dell’analisi addentrandoci nei misteri del testo e nel suo linguaggio allegorico.
Nella seconda parte del nostro studio su Daniele, ci concentreremo sugli elementi di continuità che legano il Libro al passato, mostrando che la storia ha numerosi punti in comune con una certa vicenda della Genesi.
Vogliamo parlare oggi di uno dei libri più misteriosi della Bibbia, un’opera che ha esercitato un’enorme influenza tra gli Ebrei all’epoca del Secondo Tempio, che ha affascinato artisti come Rembrandt e pensatori come Isaac Newton, diventando oggetto di innumerevoli interpretazioni.
Per quanto appaia così diversa dagli altri racconti della Bibbia ebraica, la vicenda di Ester possiede in realtà delle radici che risalgono addirittura al Libro della Genesi, e precisamente alla storia di Yosèf (Giuseppe) e delle sue imprese compiute in Egitto dopo essere stato venduto come schiavo.