Quando si pensa alla Bibbia ebraica, è facile richiamare alla mente racconti grandiosi di rivelazioni, miracoli, profezie, insegnamenti, o brani criptici da decifrare. Eppure, nel libro di Ruth non si trova nulla di tutto questo.

Quando si pensa alla Bibbia ebraica, è facile richiamare alla mente racconti grandiosi di rivelazioni, miracoli, profezie, insegnamenti, o brani criptici da decifrare. Eppure, nel libro di Ruth non si trova nulla di tutto questo.
La figura del re Achashverosh si impone in maniera prepotente dall’inizio alla fine del libro di Ester. Il Re dell’universo, al contrario, sembra del tutto assente dalla narrazione. Qual è dunque il ruolo dell’autorità regale all’interno della storia?
Il libro di Ester (Megillàt Estèr) racconta una storia che è stata spesso definita, come scrive Rav Roberto della Rocca, “un concatenarsi di eventi del tutto casuali”. Ma dietro il caos apparente della trama romanzesca, si nasconde un disegno armonioso.
Il capitolo 107 del Libro dei Salmi (Tehillim), è stato scelto da Rav Herzog e Rav Uziel come Salmo da recitare in occasione della festività di Yom Ha-atzmaut, il giorno dell’indipendenza dello Stato di Israele.
La fondazione del moderno Stato ebraico, avvenuta nel 1948, rappresenta per molti l’adempimento dell’antica speranza di ritornare ad essere un popolo libero nella terra da cui gli Ebrei furono esiliati circa duemila anni fa.