Due racconti gemelli
E gli Zifei vennero da Shaul a Ghivah e gli dissero: «Non è forse David nascosto sulla collina di Chakilah ai margini del deserto?». E Shaul si levò e scese verso il deserto di Zif, avendo con sé tremila uomini scelti d’Israele, per cercare David nel deserto di Zif (1 Samuele 26:1-2).
Con queste parole si apre il racconto dell’ultimo confronto diretto tra David e il suo accanito persecutore Shaul. I versi appena citati ci ricordano però un altro episodio: non molto tempo prima, infatti, gli abitanti di Zif avevano già indicato a Shaul il nascondiglio David, che anche in quel caso era sulle colline di Chakilah (23:19). Questo, come vedremo, è solo il primo di una serie di echi che rievocano una vicenda già nota.
Poco dopo, mentre il re gli dà la caccia, David ha l’opportunità di uccidere Shaul senza che questi si accorga minimamente di essere in pericolo. Tale situazione è molto simile a quanto era già accaduto nel capitolo 24 (vedi l’articolo “David risparmia il suo oppressore”). Questa volta, tuttavia, l’incontro non avviene in una grotta, ma nell’accampamento di Shaul, mentre tutto l’esercito giace addormentato (26:7).
Anche ciò che accade in seguito ci appare molto familiare. Uno degli uomini di David afferma: “Oggi Dio ti ha consegnato il tuo nemico nelle tue mani!” (26:8), ma David si rifiuta di fare del male a Shaul, definendolo “l’unto di HaShem” (26:9), e si limita a portargli via qualcosa (la sua lancia e una brocca d’acqua). Segue un dialogo tra David e Shaul, in cui quest’ultimo chiama l’altro “figlio mio” e dichiara di non avere più alcuna intenzione ostile. Ciononostante, i due si separano senza una vera riconciliazione.
Com’è possibile che il testo biblico ci proponga un racconto così simile a quello del capitolo 24? Quale potrebbe essere il senso di questa ripetizione? Nella sua opera The David Story, Robert Alter spiega:
“Gli studiosi accademici concordano nel ritenere che queste duplicazioni siano il risultato di fonti o tradizioni diverse riferite agli stessi eventi. Tuttavia, non è possibile escludere l’eventualità che l’autore originario possa aver composto deliberatamente questa storia con episodi abbinati. […] Come il critico formalista russo Viktor Shlovsky ha osservato molto tempo fa, ogni parallelismo in un testo letterario ha lo scopo di sottolineare una certa differenza semantica. Qui, come si nota dall’esordio della vicenda, gli Zifei non forniscono informazioni dettagliate sulla localizzazione di David, come invece era avvenuto nel racconto più esteso in 1 Sam. 23:19. Questa storia risulterà essere un’inversione della precedente, poiché ora sarà David a scovare Saul, e non più l’opposto”.
Secondo Alter, il narratore biblico potrebbe dunque aver composto due “racconti gemelli” per invitare il lettore a ricercare le differenze tra i due brani, permettendogli così di ricavare un messaggio da questo confronto.
Rav Amnon Bazak sostiene in proposito che tra le due storie esiste una differenza sostanziale che le rende entrambe necessarie a delineare il percorso formativo dell’eroe. Nel capitolo 24, infatti, David era apparso titubante, come se inizialmente avesse persino accolto l’esortazione dei suoi uomini a uccidere Shaul, per poi mostrarsi contrario solo dopo aver tagliato un lembo del mantello del re, un gesto di cui si era subito pentito (24:5-6).
In questo nuovo racconto, David agisce in maniera più decisa: fin dall’inizio, si introduce nell’accampamento del re senza alcun intento ostile. Ora l’incontro non è più accidentale, ma avviene per iniziativa di David stesso, allo scopo di dimostrare le sue intenzioni pure e pacifiche. Quando Avishai, seguace di David, gli propone di uccidere Shaul, lui rifiuta senza indugio, e questa volta non osa compiere un gesto umiliante e irreversibile come tagliare il mantello del re, ma si limita a sottrargli due oggetti che poi gli restituisce prontamente (26:22). Rav Bazak chiarisce:
“Vediamo quindi che il capitolo 26 non è simile al capitolo 24; al contrario, si tratta di una rettifica del capitolo 24. David rimedia alle mancanze che si erano manifestate nel primo racconto. Tutto ciò che David desidera fare è provare ancora una volta a Shaul la sua rettitudine, ma questa volta senza alcuna esitazione e senza nessun tono negativo. In effetti, il capitolo 26 dà espressione al fatto che David intende agire meglio; perciò in questa storia egli riceve un aiuto da Dio, cosa di cui invece non si parla nel capitolo 24″.
L’inversione morale
Un’altra prova del fatto che il capitolo 26 non sia una ripetizione superflua del capitolo 24 è rappresentata dalla sua posizione all’interno della struttura del Libro di Samuele:
A. David salva la città di Keilah dai Filistei (23:1-18)
B’. Shaul insegue David, che gli risparmia la vita (23:19 – 24:22)
C. Vicenda di Naval e Avigayil (25:1-44)
B’. Shaul insegue David, che gli risparmia di nuovo la vita (26:1-25)
A’. David salva le città di Giuda mentre risiede tra i Filistei (27:1-12)
Come si può notare dallo schema, i capitoli di questa sezione del Libro appaiono disposti secondo una costruzione simmetrica invertita: si tratta di un esempio di chiasmo biblico, un tipo di struttura letteraria piuttosto comune nelle Scritture che abbiamo già avuto modo di analizzare in molte occasioni.
Le due vicende in cui David risparmia la vita del suo nemico rappresentano due sequenze parallele situate in posizione speculare all’interno di una struttura più ampia. La loro somiglianza e la loro collocazione fanno quindi parte di una scelta deliberata volta a comporre un disegno armonioso all’interno del testo.
Il fatto che il centro del chiasmo sia occupato dalla storia di Naval e di sua moglie Avigayil potrebbe suscitare qualche perplessità: perché mai un episodio apparentemente marginale dovrebbe costituire il fulcro di questa sezione del Libro?
La risposta potrebbe celarsi nel verso che introduce tale racconto, un verso che non sembra per nulla correlato alla vicenda di Naval: “E Shmuel morì, e tutto Israele si radunò e lo pianse, e lo seppellirono presso la sua casa a Ramah” (25:1).
Se leggiamo il testo in maniera lineare, la morte di Shmuel ci appare in qualche modo “fuori posto”. Se però consideriamo la struttura complessiva di questi capitoli, notiamo invece che la dipartita del grande profeta si trova in una posizione centrale che si addice pienamente all’importanza di un simile evento.
Inoltre, la rilevanza della storia di Naval e Avigayil non andrebbe sottovalutata. Nel corso di tale vicenda, David arriva a comprendere grazie ad Avigayil l’importanza di non farsi giustizia con le proprie mani e di reprimere il suo istinto sanguinario di fronte ai rivali.
Secondo Rav Bazak, proprio questo mutamento positivo nell’animo di David è ciò che conduce l’eroe biblico a comportarsi in modo più risoluto e pacifico davanti alla seconda opportunità di uccidere Shaul. La storia di Avigayil si trova dunque al centro tra i due “racconti gemelli” poiché rappresenta l’inversione morale nel cuore di David, ed è questa la chiave per comprendere il divario tra due brani così simili ma al contempo anche differenti.
Ma parlate ancora di istinto sanguinario, pure sottolineandolo in grassetto.
Ma se non ha alzato la mano contro un proprio nemico che lo perseguitava per ucciderlo, può mai essere il suo un istinto sanguinario? O forse è un istinto di giustizia? visto che come voi avete detto capi che non doveva farsi giustizia da se, perché sicuramente Dio gli avrebbe fatto giustizia e liberatolo da tutti i suoi nemici. Davide risparmiò Nabal che ppoi mori lo stesso. Allora Dio è sanguinario, perché mai ha eletto Davide suo servo e suo eletto?
Caro redattore, la Bibbia parla in modo semplice, e Davide fin dove sei tu arrivato nel racconto non ha ancora peccato perchè aveva la legge di Dio nel suo cuore, ( non l istinto sanguinario) . ma quando poi peccherà la bibbia lo dice apertamente e semplicemente, quiindi attieniti alla Bibbia, e quando non si comprende bisogna fare silenzio. Commise un grande peccato Davide, il pià grande che possa commettere un uomo, ma chiunque volesse giudicare DAvide, c’è sempre un profeta Natan che potrebbe dirgli sei tu quell uomo, sei tu che hai fatto questo come disse a Davide, Ma a Davide almeno il Signore disse che non sarebbe morto….perché conosceva il suo cuore, ma con la giustizia di Dio ha dovuto cmq fare i conti.
quando arrivi al suo peccato se vuoi ne parliamo, almeno parlo di Davide e rimarrò sempre a tema all interno dell’ ebraismo ( o meglio delle dell interpretazioni rabbiniche delle scritture), se non volete che parlò di Gesù.
Chissà cosa ne pensaste voi, se tutti gli altri popoli pensassero degli ebrei quello che voi stessi pensate di davide, ma speriamo che tutti comprendano Davide, sia voi che gli altri popoli.
Ma dico io ( ormai non posso non scrivere), se nell episodio di Golia, Davide si sveste dell’armatura di guerriero del re Saul, per andare a combattere solo nel nome del Signore, come fa ad avere un istinto sanguinario? Sta scritto che nell armatura di Saul non riusciva nemmeno a camminare, dal verbo holek, e tutto l’ebraismo è halachà, camminare sul sentiero delle verità divine, perché non dalla spada viene la salvezza disse Davide a Saul.
Chi è sanguinario, Saul o Davide?
Dovete camminare sui sentieri di Saul o di Davide.
Ti ho chiesto di dirmi se da tutto il racconto risulta che Davide abbia alzato una mano contro gli israeliti, se vuoi
Caro Anonimo, tu puoi avere le tue interpretazioni (influenzate dalla tua visione personale del Cristianesimo), ma di certo non puoi dire a chi studia la Bibbia di “stare zitto”. Questo proprio no.
La Bibbia non parla in modo semplice, mi spiace. La Bibbia va letta con attenzione nel suo contesto, nel suo linguaggio, ed è quello che ci sforziamo di fare su questo sito. Inoltre non devi credere a me, ma alle parole di David stesso, che dice esplicitamente “stavo per commettere un grave peccato versando sangue innocente”. Questo vuol dire che era a un passo da fare una strage del tutto ingiustificata, uccidendo “ogni maschio” in casa di Naval. Dunque è innegabile che David abbia questo istinto violento dentro di sé, che per il momento è riuscito a dominare e a trattenere, anche grazie all’intervento di Avigayil.
L’ha detto Dio di stare zitti di fronte a lui. Voi starete tranquilli ed io vi salverò, disse al Mar Rosso, starete zitti di fronte a me, come dicono commentando anche i rabbini.
Dio è verace e senza malizia, disse Mosè, una persona semplice, ma sono gli uomini ad essere complicati e contraddittori.
Stava per commettere peccato Davide, ma non ha commesso peccato nella sua vita fino ad allora seguendo la Bibbia. Tu dici che aveva istinti sanguinari, e che istinti ha Dio quando sta sempre lì ad un passo da sterminare tutti all’istante? Seppellì tutti sotto il diluvio, e giustamente si penti e si addolorò ( ci perde lui a sterminare l uomo che seppure vuole sia solo immagine diviene poi il suo contrario), Ordina lo sterminio radicale dei popoli della terra di caanan, ed anche del suo popolo eletto ed amato come disse a Mosè. se solo camminassi un istante in mezzo a loro li sterminerei tutti, disse a Mosè, e doveva sempre Mosè far da intermediario.
Che istinti ha Dio, è sanguinario o invece ama con tutto il cuore? Cosa può fare l’amore di fronte alla mancata accettazione e al suo rifiuto? Può essere un dramma l’amore, può morire l’amante, l’amato o l’amore….
io parlo della Bibbia caro redattore, e se Dio è amore, bisogna conoscere l amore per parlare della Bibbia
Un Midrash racconta che una volta Dio rimproverò Moshè per aver ucciso l’Egiziano che stava frustando un Ebreo. Moshè gli rispose: “Io ho ucciso un solo Egiziano, tu hai ucciso tutti i primogeniti d’Egitto! Come puoi rimproverarmi?”. La risposta di Dio: “Sei tu forse come me, che sono il padrone della vita? Puoi tu dare la vita oltre a toglierla?”
Caro redattore, non so cosa vuoi dirmi con questa risposta.
Cmq Davide aveva fame e sete del Dio Vivente, come dicono i salmi, desiderio di Dio. Significa amore per la verità e la giustizia, spiegarti tutto è lungo, ma provo a spiegartelo in modo semplice, ed avrei voluto aggiungertelo ieri sera.
Non è l’istinto sanguinario che anima Davide, ma il suo amore per la giustizia e verità. Potremmo dire che aveva gli stessi istinti di Dio, ma lui è un uomo, come tale soggetto al peccato, perché le mie vie non sono le vostre vie, dice il Signore. Tuttò è halachà nell ebraismo, trovare la giusta via, ed al limite vivere solo per la veirtà lasciando a Dio la giustizia. Dio non è un uomo, e come fa dire al profeta Osea, sono un Dio e non un uomo, e non verrà in mezzo a te con la mia Ira… terrò a freno la mia ira…. perché DIo è infinita misericordia. Dio la tiene a freno, gli uomini difficilmente proprio quando sono animati dal suo zelo. Non so se riesco a spiegarmi.
Mosè uccise un uomo, ma non aveva ancora conosciuto Dio, cercava la sua giustizia e per questo fu costretto a fuggire per timore di perdere la sua vita, cosi come successe ad Elia, ed entrambi furono condotti al monte Sinai ad ascoltare la sua voce, ed entrambi poi capirono che dovevano solo insegnare agli uomini la verità, lasciando a Dio la Giustizia.
Ed anche Davide ne ebbe contezza dopo il suo peccato…
ma che cos’è la giustizia di Dio?
David re d’Israele è la figura più famosa e mitica della bibbia. Era certamente un personaggio dal carattere complesso. Era un guerriero valoroso, un militare e non un boy scout, ed è stato il liberatore e unificatore delle tribù di Israele. E’ anche vero, che era un arrivista senza scrupoli capace al contempo di grandi crudeltà ma anche di generosità, era dotato di spregiudicatezza politica e umana, ma al tempo stesso in grado di riconoscere i propri limiti e piangere sui propri errori.La Bibbia è stata scritta da uomini, non da angeli, da uomini, non da Dio. Essa quindi porta, insieme al suo messaggio divino, anche la storia della nostra umanità. Cosa c’è di difficile e impossibile da capire?
Arriva senza scrupoli, lo definite tutti, ma non era stato Dio ad eleggerlo ed ungerlo Re di Israele? Io non guardo ciò che guardano gli uomini disse Dio a Samuele, ma io guardo i cuori.
Ma se non conoscete i pensieri e i cuori degli uomini come potete conoscere i pensieri e il cuore di DIo,disse Giuditta ai capi di Israele
Giudittaè un libro che fa parte del canone cristiano della Bibbia , ma non ebraico
Ciao a tutti , ho letto i commenti anche del precedente articolo riguardo all’indole di David nel quale si sostiene che David avesse o no un indole sanguinaria . Leggendo il paragone di anonimo fatto tra David e Saul nel primo commento mi è venuto in mente una questione che probabilmente serve per capire cosa lo scrittore volesse fare passare nel complesso di 1 Sam e 2 Sam. Mi riferisco al confronto tra Saul e David . Ho impressione che in 1 Sam , dalla fase iniziale alla fase finale , i due siano appositamente messi in un confronto in cui Saul viene fatto passare come il re fallimentare mentre David al contrario viene disegnato con il tanto atteso re . La questione è che il testo mette a confronto i due come la discesa di uno e l’ascesa dell’altro in un miscuglio di situazioni che sembrano dimostrare propio che Saul , che era stato scelto dal popolo , non fosse all fine adatto al ruolo di re mentre David che viene designato da Dio nonostante tutti gli sbagli era stato in grado di organizzare il regno , almeno nella sua parte militare . Mi verrebbe da dire che il vero sanguinario e persecutore sia stato Saul ma che alla fine anche David preso dal potere abbia ceduto , con la sua sete di giustizia , ad usare le armi per risolvere i problemi .
La sete di giustizia la si può comprendere , ma non si possono giustificare mai i mezzi sanguinari per risolverla .
Un saluto
Tony
Grazie della tua osservazione. Non sono molto d’accordo però sul contrasto tra il re scelto dal popolo e quello scelto da Dio. Anche Shaul fu scelto da Dio, sia attraverso l’unzione da parte di Shmuel che attraverso il “sorteggio”, e in seguito salì al trono a tutti gli effetti quando il popolo lo acclamò. La stessa cosa avvenne per David, prima unto da Shmuel e poi riconosciuto da tutta la nazione come re effettivo.
Grazie della risposta . Domanda : a proposito degli Urim e Tummim , come vengono visti questi oggetti , o l’uso che se ne fa del sortilegio , dalla tradizione ebraica o in generale vengono visti come uso negativo o legittimato (so che la Torah ne leggittimava l’uso) ?.Se ci sono studi approfonditi in merito se può indicarmeli .
Grazie
xD ho scritto sortilegio , ovviamente intendevo sorteggio .
Anche se non è uno studio approfondito, ti riporto quanto abbiamo scritto in un altro articolo:
Gli Urim e i Tummim costituiscono uno dei più misteriosi tra gli elementi legati al mondo dell’antico sacerdozio israelitico descritto dalla Torah.
Il Libro dell’Esodo non spiega che forma avessero questi strumenti, né quale fosse la loro funzione. In Numeri 27:21 leggiamo tuttavia che il sommo sacerdote Eleazar “consultava” gli Urim al cospetto di Dio. Dal verso di 1 Samuele 28:6 apprendiamo poi che gli Urim, insieme ai “sogni” e ai “profeti”, erano uno dei tre mezzi utilizzati per ricevere risposte dall’Altissimo. Sembra quindi che questi enigmatici termini identifichino degli strumenti impiegati per conoscere la volontà divina.
Come è noto, l’arte di indovinare e predire il futuro era molto diffusa fra i popoli dell’antichità, ed era considerata una fonte di grande potere. A questo scopo, i sacerdoti delle diverse religioni ricorrevano alla magia, interpretavano i segni del cielo, seguivano il volo degli uccelli ed esaminavano le interiora degli animali.
In riferimento a queste pratiche, la Torah proibisce la divinazione con la massima severità: “Non si trovi in mezzo a te […] chi pratichi la divinazione, né indovino, né chi interpreta presagi, né chi pratica la magia” (Deut. 18:10). Eppure, nonostante tale divieto, la fede d’Israele accoglie comunque in una certa misura il naturale desiderio umano di ricevere risposte dalla volontà che governa l’universo. Gli Urim e i Tummim sono dunque una forma limitata e demitizzata di divinazione, consentita solo al sommo sacerdote, e solo per motivi di rilevanza nazionale che coinvolgano l’intero popolo. Da quanto possiamo dedurre dalle fonti bibliche, sembra che il ricorso a tali strumenti sia andato gradualmente a diminuire, fino a scomparire del tutto già all’epoca della costruzione del Secondo Tempio.
Eppure leggete ma non comprendete. Ma quali armi ha usato Davide per conquistare e poi difendere il potere? Hai mai combattuto contro Saul e poi contro Assalonne? Ha mai alzato la sua mano contro gli israeliti? Sono stati scelti entrambi da Dio, ma Saul amando il suo trono fini con il seguire il popolo anziché ubbidire a Dio. Temette il popolo anziché Dio. Davide invece il contrario, anche se peccò anche lui. Era un uomo non un Dio. E chi dovrà essere il Messia. Se il Messia è suo figlio, perché lo chiama mio Signore?